Le tipologie di prestito nel calciomercato
La formula del prestito nel calciomercato è una delle operazioni più gettonate degli ultimi tempi. In passato è stata una formula sfruttata per cedere a titolo temporaneo un calciatore giovane ad una squadra di livello inferiore per permettere all’atleta di giocare con più regolarità e crescere. Oggi invece, con la crisi economica che ha colpito anche il mondo del pallone, la formula del prestito viene utilizzata – più spesso – per evitare di mettere a bilancio un’operazione di mercato, posticipando l’investimento di uno o due anni. Con il passare delle stagioni infatti il mondo del calciomercato ha visto moltiplicarsi le formule di trasferimento, con una creatività senza precedenti tra gli addetti ai lavori. E tra queste formule, anche il prestito ha visto una serie di combinazioni nuove di zecca.
D’altronde quando manca la materia prima per completare le operazioni di mercato, ossia il denaro, i direttori sportivi sono costretti a fare le classiche nozze con i fichi secchi pur di accontentare l’allenatore di turno. Se sei arrivato in questo articolo sicuramente la tua curiosità sta tutto nel conoscere quanti tipi di prestiti nel calciomercato sono presenti attualmente e sono qui per risolvere questo tuo dubbio.
Il prestito secco
Un tempo la formula più utilizzata per un prestito nel calciomercato è quello definito secco. Si tratta di una cessione a titolo temporaneo di un giocatore da una squadra A ad una squadra B (spesso la squadra A è di categoria, o almeno di livello, superiore) senza alcun diritto sull’acquisto futuro dello stesso atleta. Si tratta di un prestito senza alcuna spesa da parte del club che riceve il calciatore, che in cambio – al massimo – dovrà garantire all’atleta un minutaggio importante in campo per poter crescere.
Come scritto poco sopra, questa formula di prestito secco sta andando un po’ scemando con il passare delle stagioni. Raramente una squadra – se non in grossa difficoltà finanziaria – preferisce far crescere un giocatore di un altro club piuttosto che dare spazio ad un giovane cresciuto nel proprio settore giovanile. L’ingaggio del giocatore può essere pagato interamente dal club proprietario del cartellino o da chi ne acquista – temporaneamente – le proprie gesta.
Il prestito oneroso
Tra le altre formule di trasferimento temporaneo c’è il prestito oneroso. Come dice la parola stessa, al contrario del prestito secco, in questo caso il proprietario del cartellino riceve in cambio una somma di denaro per la cessione momentanea di un giocatore. Spesso questo tipo di soluzione è seguita da una cifra prestabilita per il riscatto del calciatore (che ti illustrerò tra poco). Anche in questo caso l’ingaggio annuale del calciatore può essere pagato da uno dei due club o al 50% da entrambe le società.
Il prestito con diritto o obbligo di riscatto
Ed ecco invece la formula del prestito nel calciomercato più utilizzata nelle ultime stagioni. Si tratta del prestito – secco o oneroso – con diritto oppure con obbligo di riscatto. Quale è la differenza tra le due operazioni di mercato? Quando l’affare viene chiuso con un prestito con diritto di riscatto, il club che riceve temporaneamente il calciatore potrà usufruire di un diritto di riscattare l’intero cartellino dell’atleta a determinate condizioni economiche (sottoscritte al momento della firma del prestito). A questo punto la società può decidere o meno di acquistare il calciatore al termine dell’anno in prestito.
Il prestito con obbligo di riscatto invece, come preannuncia la parola stessa, costringe il club a riscattare il cartellino del calciatore al termine del prestito. Anche in questo caso le cifre vengono concordate prima della cessione in prestito e possono esserci tante varianti. Infatti l’obbligo di riscatto è sempre legato – per questioni legali – a determinate condizioni. Quando l’intenzione è semplicemente posticipare l’investimento (come accade spesso, soprattutto quando bisogna fare i conti con dei bilanci in sofferenza) di una stagione si cercando condizioni facilmente raggiungibili, mentre in altri casi le condizioni sono un po’ più complesse e sono legate ai risultati sportivi della squadra.
Le possibili condizioni per far scattare l’obbligo di riscatto
- Numero presenze in campionato
- Qualificazione ad una competizione europea
- Conquista della salvezza
- Numero di presenze e/o gol
- Posizione in classifica
Altre formule di prestito
Alle formule di prestito nel calciomercato già citate, posso aggiungere altre due opzioni. La prima è quella del prestito biennale e la seconda è quella del controriscatto. Nel primo caso, il trasferimento temporaneo di un calciatore è fissato per almeno due anni e quasi sempre è legato ad un diritto o un obbligo di riscatto del cartellino; nel secondo invece, in un prestito con diritto o obbligo di riscatto viene inserito anche un controriscatto a favore del club proprietario del cartellino. Per esempio Squadra A cede in prestito con diritto di riscatto un atleta e ottiene il controriscatto, ossia la possibilità di riacquistare il calciatore – ad una cifra superiore – in caso di riscatto da parte della Squadra B.
Una piccola curiosità sulla formula del prestito è quella legata al contratto del calciatore coinvolto. Un giocatore non può trasferirsi a titolo temporaneo se il suo contratto è in scadenza entro dodici mesi. La sua scadenza deve essere almeno di 24 mesi, che salgono a 36 mesi in caso di prestito biennale. Naturalmente ciò è regolamentato per evitare che un giocatore possa trasferirsi in prestito e in scadenza di contratto.
Nel caso di obbligo di riscatto, chi paga lo stipendio. Chi lo utilizza o la precedente società che lo da in prestito?
Ciao Renzo,
e scusami per il ritardo.
Dipende. Le due squadre solitamente si accordano. Può capitare che l’intero stipendio venga pagato da chi lo utilizza, ma capita anche che una parte dello stipendio venga pagato dalla società che presta il calciatore. La particolarità dell’obbligo di riscatto è che la “nuova società” deve già trovare l’accordo (firmato!) con il calciatore per l’ingaggio a partire dall’anno successivo (quando avviene effettivamente il riscatto).
Salve, nel caso di prestito con diritto di riscatto, il calciatore può rifiutarsi a fine prestito di sottoscrivere un contratto per le sue prestazioni con la squadra che vuole riscattarlo, annullando così di fatto il diritto di riscatto, e tornare in questo modo alla vecchia squadra?
In altre parole squadra A, squadra B e calciatore si accordano per un prestito annuale con diritto di riscatto.
La società B a fine anno decide di riscattare il calciatore.
Il calciatore rifiuta le condizioni economiche della società B.
Che siccede?
Ciao Sam,
può assolutamente rifiutare. Non viene firmato nessun pre-contratto con il calciatore in anticipo. Diciamo che, generalmente, quando la squadra attiva il riscatto ha anche già l’accordo con il calciatore. Non ricordo, in questo momento, casi dove una squadra ha avviato le pratiche per il riscatto senza avere in mano anche l’approvazione del giocatore 😉
Buongiorno
Volevo chiedere se il prestito secco lo possono fare anche le ragazze U 19 e in quale periodo dell’anno calcistico.
Grazie
Buongiorno Marco, da poco ho scoperto il tuo interessantissimo sito (per il quale mi complimento con te) e forse tu potresti, finalmente, spiegarmi una cosa che non capisco bene.
Mi riferisco alle consuete operazioni di prestito con riscatto e controriscatto, l’ultima delle quali credo sia quella di Carboni dall’Inter al Marsiglia, con riscatto a favore dei francesi fissato a 36 milioni e controriscatto per l’Inter a 40 milioni.
Orbene, in una struttura contrattuale di questo tipo, al Marsiglia non conviene sempre, indipendentemente da come andrà la stagione del giovane argentino, esercitare il riscatto per lucrare i 4 milioni dall’Inter o comunque a fine stagione si hanno dei colloqui tra le due squadre ?
Ti ringrazio in anticipo e continuo a seguirti
Ciao Andrea,
mettiamola così: teoricamente conviene sempre riscattare il giocatore sapendo che dall’altra parte l’altro club opterà per il controriscatto. Meglio 4 milioni di euro che niente.
Però prima di arrivare al riscatto le dirigenze solitamente hanno dei contatti (anche per capire le intenzioni delle due parti o per strappare un eventuale sconto). A volte si opta per non riscattare per tenere buoni i rapporti.
Faccio un esempio: le dirigenze di Marsiglia e Inter potrebbero essere in ottimi rapporti e io, diesse del Marsiglia, non riscatto Carboni (anche sapendo che l’Inter controriscatterebbe immediatamente) per tenere i rapporti ottimi e avere nel corso degli anni una corsia preferenziale per altre trattative. Si preferisce “perdere” 4 milioni di euro ma mantenere positivi i rapporti.
Domanda: nella stessa sessione di mercato posso acquistare un giocatore e poi darlo in prestito?
Yep! Anche all’estero: l’Aston Villa l’ha fatto quest’estate con Barrenechea e Iling Junior 😉
Salve, questo vale anche per la pallacanestro? Grazie in anticipo
Questo non lo so, non seguo molto il basket 🙂
Buongiorno… io invece proprio non riesco a capire il senso del prestito con OBBLIGO di riscatto… se ala fine serve solo a posticipare a bilancio una grossa spesa non sarebbe più semplice concordare un acquisto a titolo definitivo ma con pagamento dilazionato in più stagioni come infatti spesso accade? Mi sembra una forma davvero inutile a meno che non ci siano dei vantaggi fiscali, materia che ignoro… sai spiegarmi?
Ciao Emanuele,
in realtà il senso c’è. Confondi la parte economica con la parte finanziaria. Dal punto di vista finanziario le due squadre possono trovare un accordo per dilazionare il pagamento di un giocatore su più anni (fino ad un massimo di cinque anni) o un pagamento unico; dal punto di vista economico, nel bilancio va segnato l’ammortamento annuo (la differenza tra il costo del cartellino e gli anni di contratto del calciatore).
Esempio:
Calciatore Tizio si trasferisce nel club X per 10 milioni di euro a titolo definitivo e firma un contratto di cinque anni. Dal punto di vista finanziario le due società trovano un accordo per rateizzare il pagamento in due anni (5 milioni di euro a stagione);
dal punto di vista economico però, a bilancio la Squadra X deve inserire l’ammortamento (10 milioni diviso 5 anni: 2 milioni di euro): 2 milioni di euro l’anno per i successivi cinque anni (di conseguenza, di anno in anno il valore a bilancio del calciatore si abbassa di 2 milioni: al termine del primo anno il calciatore avrà un valore a bilancio di 8 milioni, l’anno successivo di 6 milioni, l’anno successivo ancora 4 milioni, ecc ecc).
Il prestito con obbligo di riscatto permette alla squadra di rinviare di un anno l’inserimento a bilancio del costo d’ammortamento del calciatore.
Considera che a volte è la squadra che cede a volere il prestito con obbligo di riscatto perché se un anno la squadra Y ha già ottenuto una cifra importante di plusvalenze (abbastanza per chiudere l’anno/stagione con il bilancio in utile), ha tutto l’interesse a rinviare l’inserimento della cessione di un calciatore nell’anno successivo per poter avere plusvalenze anche l’anno successivo.
Per esempio (in parole povere): Squadra Y nell’estate 2024 ha già incassato 30 milioni di plusvalenze e ciò gli permetterà di chiudere il bilancio in positivo di qualche milione, preferisce rinviare il nuovo incasso/plusvalenza all’estate 2025 in modo da chiudere il bilancio in positivo anche in quella stagione (piuttosto che avere un super utile nella stagione 2024-25 e una perdita – anche minima – nella stagione 2025-26).
Scusa per il romanzo. Spero di essere stato un pochino utile 🙂
Spiegazione perfetta! Ero proprio curioso di capire il motivo, adesso mi è tutto chiaro! Grazie mille davvero!